Il Caravaggio

Michelangelo Merisi detto "Il Caravaggio"
Michelangelo Merisi nacque a Milano il giorno di San Michele Arcangelo (29 settembre) del 1571 a Milano, dove il padre svolgeva l’attività di architetto-soprintendente agli edifici di proprietà del marchese di Caravaggio, Francesco I Sforza. È conosciuto con il soprannome di Caravaggio per il nome del paese presso Bergamo dove visse alcuni anni, quando a Milano imperversava l’epidemia di peste che uccise anche Lucia Aratori, madre del Merisi. Tornato a Milano iniziò il suo apprendistato presso la bottega di Simone Peterzano. Dopo aver appreso gli elementi della pittura nell’ambiente lombardo - veneto, si trasferì a Roma dove fu accolto e protetto da cardinali e nobili: qui ebbe inizialmente rapporti artistici brevi e occasionali fin quando divenne il protetto del Cardinale Francesco Maria Del Monte, ambasciatore dei Medici a Roma, il quale ospitò il giovane pittore nel suo palazzo per un lustro.
Il 23 Luglio 1599 il Merisi firma il contratto per la sua prima commissione pubblica: due tele laterali da collocare nella Cappella Cantarelli della chiesa di San Luigi dei Francesi (“Vocazione” e “Martirio di San Matteo”). Dopo questo clamoroso esordio sulla scena pubblica ha inizio una lunga serie di Commissioni religiose tra le quali si ricordano la “Conversione”, la “Crocifissione di San Paolo”, la “Morte della Madonna”, “San Matteo e l’angelo”, “Amore vincitore”, “l’Incredulità di San Tommaso”, “San Giovanni Battista”, il “Sacrificio d’ Isacco” e molti altri.
Nonostante il successo artistico, il Merisi provava un profondo turbamento e disagio interiore: il suo carattere irrequieto lo portò ad avere problemi con la giustizia. Il 19 Novembre 1600 Caravaggio aggredì con bastonate e un colpo di spada Girolamo Stampa. Dopo questo episodio seguì una serie di denunce e aggressioni finché in una rissa Caravaggio uccise Ranuccio Tommasoni. Per tale delitto il Merisi, fu condannato al bando capitale, cioè chiunque in qualsiasi luogo avrebbe potuto eseguire la sentenza di morte. Da questo momento Caravaggio iniziò la sua vita da fuggiasco: fu prima ospitato presso i feudi dei Colonna, poi a Napoli e infine a Malta, dove fu accolto con grandi onori e fu persino nominato Cavaliere dal Gran Maestro Alof de Wignacourt. Qui realizzò opere quali la “Decollazione di San Giovanni Battista”, “San Gerolamo scrivente”, il piccolo “Amore dormiente”. Fu arrestato per un fatto grave ma riuscì a fuggire dal Carcere di Malta, probabilmente aiutato dal figlio della Marchese Colonna che si trovava sull’isola in qualità di comandante della flotta militare.
La famiglia Colonna, ed in particolare la Marchesa, aveva da sempre protetto e sostenuto Caravaggio: la Marchesa in persona si stava impegnando affinché il Papa concedesse la grazia all’artista ribelle. Fuggito da Malta, il Merisi si rifugiò a Siracusa dove fu accolto dall’amico Mario Minniti, pittore conosciuto durante gli anni trascorsi a Roma. Nell’Ottobre 1608 il pittore ricevette dal Senato di Siracusa la commissione di realizzare una pala d’Altare, che rappresentasse il seppellimento di Santa Lucia, da collocare sull’altare maggiore della Basilica di Santa Lucia al Sepolcro. Il dipinto fu completato in due mesi ed era già esposto per le celebrazioni del 13 dicembre 1608.
Ultimata la tela, Caravaggio continuò la sua fuga e fu a Messina e poi a Palermo. Ricevuta la notizia della possibile grazia pontificia, partì di nuovo per Roma ma non raggiunse mai la capitale: morì a Porto Ercole il 16 Luglio 1610, probabilmente di polmonite o infezioni intestinali.
Il Seppellimento di Santa Lucia
Michelangelo Merisi, detto il “Caravaggio”, venne a Siracusa nell’Ottobre del 1608 fuggendo dal Carcere di Malta. Probabilmente fu aiutato nella fuga dal figlio della Marchesa Colonna che si travava a Malta in qualità di comandante della flotta militare: la famiglia Colonna, ed in particolare la Marchesa, aveva da sempre protetto e sostenuto Michelangelo Merisi ed inoltre si stava impegnando affinché il papa concedesse la grazia a Caravaggio per l’assassinio di Ranuccio Tommasoni (1606). La presenza di Caravaggio a Siracusa però è avvolta nel mistero: non si sa infatti perché venne a rifugiarsi proprio in questa città né perché realizzò uno dei suoi più grandi capolavori proprio per la Basilica di Santa Lucia al Sepolcro. A questo proposito esistono varie ipotesi: secondo Di Silvestro il collegamento tra Malta e Siracusa è un frate , Frà Raffaele da Malta, che proprio in quegli anni era guardiano del convento della Basilica: dunque Caravaggio potrebbe aver realizzato la pala d’altare per ringraziarlo per l’accogliente o su richiesta del frate.
A proposito della committenza esistono però molte altre ipotesi:
- Secondo Susinno (1724), Caravaggio ottenne la commissione dal celebre di Siracusa grazie all’aiuto dell’amico e collega Mario Minniti, celebre pittore siracusano con il quale Caravaggio aveva lavorato a Roma. Dunque Mario Minniti potrebbe rappresentare la ragione della presenza di Caravaggio a Siracusa. In realtà non è stato rintracciato il documento di commissione ma questa ipotesi potrebbe essere giustificata dal fatto che proprio in quegli anni il senato provvedeva al restauro della Basilica di Santa Lucia extra moenia e che pochi anni prima (1605), in uno slancio devozionale, aveva donato alla Basilica delle reliquie della Santa e stava raccogliendo la somma necessaria a realizzare il simulacro argenteo di Santa Lucia.
- Il Capodieci invece sostiene che la commissione dell’opera giunse a Caravaggio dal vescovo Orosco II. Questa ipotesi però andrebbe scartata dato che nel 1608 Orosco II era già morto da sei anni. Il vescovo che era in carica all’epoca del soggiorno di Caravaggio a Siracusa era Giuseppe Saladino (dal 1604 al 1611). Però si può giustificare l’errore del Capodieci per il fatto che si deve proprio all’impegno del vescovo Orosco II il rinnovato slancio devozionale del senato nei confronti di Santa Lucia, devozione che si concretizzò nelle varie iniziative dell’epoca. Dunque Orosco II potrebbe essere considerato un committente indiretto in quanto promotore delle iniziative prese dal senato come il restauro della Basilica e probabilmente anche la commissione del dipinto.
- Secondo un’altra ipotesi la commissione della tela avvenne da parte di Vincenzo Mirabella erudito ed esperto di antichità nonché amico di Caravaggio. Esistono documenti che testimoniano che a partire dal 10 Gennaio 1590, Mirabella versava al monastero della Basilica una ingente somma di denaro (10 onte). Dunque questo particolare legame con la Basilica ed il monastero lascia intuire una notevole devozione del Mirabella verso Santa Lucia perciò è plausibile che sia stato lo stesso Mirabella a commissionare l’opera a Caravaggio.